Location: Pierpont Morgan Library, New York
Sub-Location: Ms. MA 4261
Type:Personal Letter
Language:Italian
Transcription Author: Tom Henry
Transcription Date: 2005-01-01
Published: yes
Publication Details: Published by T. Henry, ‘magister Lucas de Cortona, famosissimus pictor in tota Italia … fecisse etiam multas pulcherrimas picturas in diversis civitatibus et presertim Senis’ in Siena nel Rinascimento: l’ultimo secolo della repubblica, Convegno Internazionale di Studi, 28-30 September 2003, Siena, 2008, pp. 355-65 (referred to by L.B. Kanter, The Late Works of Luca Signorelli and his Followers 1498-1559, doctoral thesis, New York University, 1989, pp. 88-9, and paraphrased in the 21st Report to the Fellows of the Pierpont Morgan Library, 1984-6, pp. 260-1).
Notes:Purchased as the gift of Mrs. Landon K. Thorne, Jr., 1985; transcription verified by Gino Corti.

Last modified 2011-01-10 18:39:01.663531+00:00

Luca Signorelli writes to Corrado Salimbene from Monteoliveto.

Dates: 16.12.1498
YHS Al mio padrone misere Chorado, questa sola per darve aviso chome chome (sic) per mezo di pad[r]oni eve da chapitani una chapella per un mio figliolo la quale è in la diocia di Chortona, la quale el signiore di Chortona la dotò e fe tante dota che prete ci avesse a stare chomtinuovo a celebrare. Achade che la deta dotta ne fo vendutta la meza, e più di cinquanta anni è stata sempre ofiz[i]ata le prime domeniche del messe e venardì di marzo e non a[l]tro. Ora el veschovo, el vichario e quel prette dila giessa dove è detta chapella isschrisse una lettera a’ chapitani e mandò e’ ricisstro di testamento del signiore e non li disse de lo avere issmenbratto l’entratta per modo che chapitani ischrissoro al vichario del vesschovo e a me che noi si la facemo ofiz[i]are, per modo che andai a misere Giulio. Elli ischrisse al vichario e lui no[n] lo stimò, per modo lui me disse voleva io venesse a vostra manificenza e voi faresste loro non n’a

renovassoro quello era stato antichamente e si loro voliono io facia qualque chossa più, volio loro che sono padroni mi metono l’obrigo. Vedette se il vichario fa quessta chossa inniquamente per mezo di misere Nicholò di Mano che ge la volse lui, se no la signioria di chapitano non volse, vole noi facemo dire messa tute le domeniche e le fesste chomandatte e tute e venardì per modo che tuta l’entrata c’entra. Io mantengo unno mio figliolo in ne’studi e quessto bene me l’à fatto chassa Vitelesscha perché io avia qualque aiutto più che el penello. Siché me v’arechomando; non vengo io, perché a Chortona c’è sospetto de morbo, non voglio venire inna[n]ze a voi e a’chapitani. Retrovandome a Monteolivetto, mando questo monicho a posta a vosstra manificenza. Vi prego, loro ischrivono una lettera che questa chossa non vada chosì e sono loro queli àno a porre la gravezza a quessta chossa. Non altro. Sempre m’arechomando a vostra manificenza. Fatta adì 16 da dicenbre 1498.

El vosstro serv[i]dore Lucha pitore da Chortona a Monteolivetto di chiusura.